Io ho un problema. No, va bene, ne ho diversi di problemi, ma ce n’è uno particolarmente legato al mio essere videogiocatore: tendo a giocare sempre agli stessi titoli. Vuoi un po’ per la mancanza sempre maggiore di tempo libero da dedicare alla nobile arte videoludica, vuoi per quel profondo stato di pigrizia che mi spinge a preferire la vecchia – e sicura – strada al posto dell’incerta novità, ho smesso da mesi di considerare il backlog come un nemico da combattere, elevandolo a una di quelle poche certezze nella vita che ti aiutano a tirare avanti, giorno dopo giorno. Pensavo che con l’accettazione del male supremo e dopo l’abbraccio definitivo al signore del dolore (sì, stiamo parlando sempre del backlog) mi sarei finalmente liberato da tutti i problemi. E invece.
I bisogni mutano e si evolvono, e io con loro: la necessità di poltrona si fa sempre più pressante, e se fino a un annetto fa l’ipotesi di passare un intero pomeriggio davanti al PC mi avrebbe fatto esultare di gioia, oggi temo che mi evocherebbe una bella lombalgia di troppo. Dopotutto il TeamCrimine non hai mai brillato di salute. Oggi più che mai apprezzo quella piccola bestia che a volte utilizzo come cellulare, il sempreverde tablet che in realtà risulta più scomodo di una radice nel fianco durante un campeggio, e quel gioiellino chiamato Switch. Avete presente quando, posseduti dall’accidia più mortale, dopo l’annuncio di un meraviglioso libro non potete fare altro che commentare con «Bene, aspetto che esca il film»? Ecco, per me sta accadendo la stessa cosa, ma la frase di riferimento è diventata «Bene, aspetto che esca su Switch».
Oggi più che mai apprezzo quella piccola bestia che a volte utilizzo come cellulare e quel gioiellino chiamato Switch
Devo ammettere che il Grande Dio del Porting sta avendo un occhio di riguardo nei miei confronti: desideravo con enfasi, nel bel mezzo dell’estate, la possibilità di godermi Civilization VI svaccato sul divano, e Firaxis non si è fatta troppo attendere, annunciando l’avvento per il 16 novembre. Per carità, la tecnologia è qualcosa di meraviglioso e ho provato qualsiasi combinazione con Moonlight e pad cinesi Bluetooth, ma è innegabile che la console Nintendo vanti quel briciolo di magia in più rispetto al mostro di Frankenstein di turno. Lo stesso Diablo III, presente nella mia libreria digitale da quasi sempre ma mai considerato più di tanto, sta prendendo tutto un altro sapore sulla console semi-portatile nipponica. Del resto persino Skyrim ha rischiato di tentarmi.
In una macchina che, almeno secondo me™, sembra nata per godersi ogni Metroidvania esistente, sento però la mancanza di un titolo a me estremamente caro: XCOM. Dare la caccia agli alieni sul cesso potrebbe rischiare il monopolio del mio tempo libero, nonché essere un’ottima occasione per liberarmi finalmente della versione Android, che sì ha fatto miracoli ma ancora non è riuscita a farsi perdonare il mancato supporto a qualsiasi forma di controller. Sono un buongustaio, mi starebbe più che bene il primo capitolo uscito nel 2012, non pretendo per forza XCOM 2 con tanto di espansione. Anzi, ad essere sincero accetterei qualsiasi titolo del genere, dall’ottimo Xenonauts al ben più loffio UFO Aftermath (più o meno): sento fisicamente il bisogno di avere sotto mano un Geoscape e di poter dedicare quella decina di minuti liberi della giornata alla mia solita e personale guerra contro l’invasore alieno. E sì, se ve lo state chiedendo, adoro Mario vs. Rabbids, ma per quanto sia divertente sparare gusci di tartaruga a conigli urlanti, al titolo Ubisoft manca quella componente gestionale e strategica che mi ha fatto innamorare delle opere di Gollop da ormai più di vent’anni.
Riassumendo il concetto: fanculo la grafica e i frame per secondo… fatemi uscire qualsiasi gioco esistente anche su Switch, grazie.