Che mondo orrendamente meraviglioso, quello dei videogiochi. Quanto sembrano lontani, e paradossalmente rassicuranti, i tempi in cui il peggio che poteva capitare era la solita diatriba tra PC master race e console, se è meglio o peggio giocare con il pad o con mouse e tastiera. L’età dell’innocenza, vista con gli occhi di oggi. Il panorama è desolante, e per nulla piacevole.

Mi riferisco alla notizia di oggi, trending topic ovunque, il caso #freefortnite.

Tutto è cominciato qualche giorno fa, quando Epic ha pubblicato un aggiornamento all’interno della versione mobile del suo popolare battle royale, in cui permetteva agli utenti di comprare V-Buck (la valuta in-game con cui acquistare skin, pass battaglia e altra roba) a un prezzo sensibilmente inferiore, 7,99 euro/dollari invece che 9,99. Anzi, più maliziosamente, offriva ai giocatori la “scelta” di pagare il prezzo pieno, con le royalty del 30% ad Apple o Google, oppure quello senza royalty. Qualcuno mi spieghi il senso di questa schermata, se non provocare apertamente i due colossi di cui sopra.

Freefortnite
La schermata di “scelta” tra le opzioni di acquisto dei V-Buck

La provocazione ha funzionato, ovviamente, e rappresenta ufficialmente l’atto cui cui Epic ha dichiarato guerra ad Apple e Google. Che già di loro non se la stanno passando bene a livello di immagine (e non solo) per le audizioni al Congresso e le questioni antitrust in cui sono coinvolte. Quale momento migliore per colpire?
La prima, ovvia risposta non si è fatta attendere: Fortnite è stato tolto da App Store e Google Play Store perché in diretta violazione degli accordi di distribuzione, per cui qualunque transazione economica deve prevedere il 30% di royalty al possessore dello store. Offrendo la possibilità di bypassare le royalty ai due colossi, la violazione è lampante, e il ban praticamente scontato.

Nota: Fortnite è ancora disponibile sui dispositivi Android tramite la app di Epic, ma non è aggiornabile, quindi niente nuove stagioni. Idem per iOS, per cui chi ha già Fortnite installato può continuare a giocarci, ma non potrà aggiornarlo. Un fossile in attesa di diventare tale, praticamente.

Freefortnite
Apple è diventato il cattivo che voleva combattere?

Il problema sta nel trailer pubblicato poche ore dopo la decisione di Apple di rimuovere il gioco, e che riprende la celebre campagna TV 1984 della casa di Cupertino, trasformandola nell’oppressore che voleva distruggere quarant’anni fa. Con tanto di “cattivo” modellato come la mela morsicata e relativo verme che ne viene fuori. E l’hashtag #freefortnite, che è già virale ovunque. E giù tutti a complimentarsi per la pronta “reazione” di Epic. Come se una campagna di questo genere, o un trailer di questo tipo, potessero essere preparati e lanciati nel giro di poche ore, e non fosse invece tutto pianificato da tempo.

Tutto, nelle scelte e nelle mosse di Epic, è stata calcolato e pianificato da tempo

Epic aveva naturalmente previsto tutto, e ha fatto causa ad Apple e Google per pratiche monopolistiche. Fin qui, tutto bene. Non è la prima volta che Tim Sweeney, CEO di Epic Games, si lamenta del fatto che il 30% di royalty sugli store digitali è troppo, e ha aperto l’Epic Games Store proprio per contrastare la policy di Steam. Non ti piace com’è il mercato, trovi che sia ingiusto nei confronti dei consumatori, e hai il potere di provare a cambiarlo? Perfetto. Bravissimo. Continua così, siamo tutti con te. Il problema è quello che è successo dopo. 



Nota 2: Curiosamente, al momento la “guerra” è tutta contro Apple. Apparentemente, in pochi si sono accorti che Google ha fatto la stessa cosa. Oh, sarà mica per via del trailer?

Non ti piace l’Apple Store per le regole che applica? Te ne vai. Non aspetti di farti cacciare dal padrone di casa, per poi lamentarti di esserti fatto cacciare. Soprattutto, non istighi il resto del mondo contro il padrone di casa. E però. L’idea di lucrare meno sui V-Buck non viene neanche presa in considerazione. Far pagare dieci dollari per due skin andava bene fino a ieri, apparentemente. Oggi scopriamo che oh, vanno bene anche otto dollari. Perché tanto i soldi che arrivano in tasca a Epic sono gli stessi. Tenetelo bene a mente, questo, perché è importante.


Freefortnite
Epic che corre a salvare il mondo? Ma per favore

Epic sta manipolando le persone, facendo passare un messaggio di reazione quando invece si tratta di mosse preparate ben prima. È la scelta deliberata, cercata e voluta, di “armare” il pubblico, di aizzarlo contro il colosso brutto e cattivo, fingendosi paladini di chissà che, quando la verità è si tratta di una mossa di potere, niente di più.

Quella di Epic non è altro che una mossa di potere, vecchia come il mondo. E che, in maniera altrettanto vecchia, viene vestita da rivoluzione

Una mossa di potere vecchia come il mondo. E che, in maniera altrettanto vecchia, viene travestita da rivoluzione. È lo stesso, odioso modo di fare dei populisti, che solleticano la pancia delle persone scatenando crociate contro i “poteri forti”. Il tutto da parte di una azienda che ha un fatturato di tipo 17 miliardi di dollari, ma che in questi anni è stata bravissima a costruire la narrazione dell’“underdog”. Una lotta tra compagnie miliardarie, in cui gli ignari soldati che combattono – e che stanno già combattendo – sono, tanto per cambiare, i poveri.